Le rughe scrivevano ricordi
sul mio viso quando parlavo
con il mio amico sasso.

Mi narrava di una pioggia di sangue
che scorreva fra tuoni e lampi.

Mi narrava del giorno dei cannoni,
della notte illuminata da un fuoco nemico,
di margherite paurose nate
accanto a moschetti oliati di fresco.

Ho parlato ad un mio amico,
mentre mi apriva il suo cuore,
i suoi pensieri, i miei pensieri.

Ricordo amico sasso,
ancora le gocce di sangue
che scorrevano su di te
al ritmo di tuoni di cannone,
le vedevo, chiaramente le vedevo,
illuminate dal fuoco maledetto.

Solo le mie lacrime di dolore
ti pulivano, scivolando
tra disperazione e morte.

Eri un amico, un amico sasso,
il solo che desideravo ascoltare,
eri il solo che non gridava di dolore,
il solo che non mi puntava
l'arma al mio cuore,
eri un amico.

Oggi siamo qui insieme
e sento in te,
il caldo del sole,
la luce di lacrime spente,
la pace di un bambino
attaccato al suo seno.

Oggi sono venuto da te,
sono venuto a portarti
il mio nome per scriverli
uniti, uno accanto all'altro,
come fratelli.